Il futuro può essere a Latina
Per il Parlamento europeo il 2022 è l’anno della gioventù, e tra gli obiettivi c’è quello di ridare ai giovani nuova speranza, forza e fiducia nel futuro post-pandemia, e i giovani sono al centro degli investimenti del Next Generation UE. Ma per la generazione degli under 30 ci sono poche opportunità di lavoro. Anche a Latina, come nel resto d’Italia, assistiamo da anni alla fuga dei nostri ragazzi verso luoghi dove possano avere una vita autonoma senza dipendere dalle famiglie.
Il giovane non è un target politico.
Latina può diventare una città dei giovani e per giovani, una città dove i nostri ragazzi possano formarsi e studiare, una città in cui i giovani possano essere autonomi al 100%. Questo significa avere una più ampia offerta formativa (e perché non nella sede dell’ex Banca d’Italia?) con facoltà che diano nuovi sbocchi occupazionali, questo implica avere un lavoro dignitoso, questo significa muoversi autonomamente in centro come in periferia dal centro in periferia e dalla periferia al centro, significa muoversi in sicurezza senza dover comprare una macchina o prendere quella dei genitori in prestito.
Sì, la politica deve occuparsi dei giovani e l’amministrazione deve, a mio parere, impegnarsi ad aumentare l’offerta formativa così come deve impegnarsi in una progettualità dei quartieri e del tempo libero su basi nuove e più creative. Il divertimento non è competizione sugli spazi e tra generazioni. È necessario costruire processi di convivenza con ricadute e benefici su tutte le componenti della vita urbana, perché tutti possano stare bene nella nostra città.
Certo, anche la vita sociale e culturale è essenziale. Dopo la lunga fase di confinamento il bisogno di socialità e aggregazione è pressante. Noi amministratori abbiamo il dovere di prendere seriamente in carico questa sfida con offerte culturali e sportive variegate e a costi contenuti per evitare la marginalizzazione dei meno ambienti, utilizzando il patrimonio edilizio pubblico oggi inutilizzato rimettendolo in gioco per aiutare la creatività e l’iniziativa dei più giovani, ridisegnando gli spazi di aggregazione esistenti quali i nostri parchi poco sicuri e degradati, le palestre e le sale multifunzionali delle scuole volute dalle precedenti amministrazioni, ecc.
Credo che dobbiamo partire nell’interrogarci su cosa serve a quel quartiere, a quel borgo e quel determinato spazio per poi innescare un processo di cambiamento anche attraverso iniziative di urbanistica partecipata che coinvolgono la cittadinanza a partire dai giovani. Latina può e deve esser una città aperta alla partecipazione, che favorisca l’innovazione e che aiuti i giovani che si affacciano al mondo del lavoro. È quindi un lavoro sinergico ma l’Amministrazione può e deve ricoprire un ruolo da protagonista capace di valorizzare le buone idee da qualsiasi parte arrivino.